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SAN NICOLA DA TOLENTINO 2022. IL DISCORSO DI DON NICOLA COLATORTI

Come di consueto, all’inizio della processione di san Nicola da Tolentino, patrono della città di Modugno, don Nicola Colatorti, parroco della Chiesa Matrice di Modugno, ha tenuto il suo discorso alla cittadinanza nell’ambito del rito della «consegna delle chiavi» da parte del sindaco, ing. Nicola Bonasia.
Quest’anno don Nicola ha introdotto la sua relazione con un suggerimento che papa Francesco ha fatto alla Chiesa in merito alla necessità di un «cammino sinodale», in modo da procedere uniti nella stessa fede.
La circostanza è stata quanto mai opportuna per sottolineare che «non si può essere assidui nelle celebrazioni religiose ed essere sordi ai lamenti che ci giungono dalla porta accanto» .
Una considerazione che ha richiamato il concetto di Carità, la più importante delle virtù teologali, così come afferma san Paolo, quando dice: «Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!» (1 Cor 13,13); ancora più incisivo, il monito di san Giacomo: «Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta» (Gc 2,17).
Con questa premessa don Nicola introduce il suo discorso inerente, come di consueto, all’analisi della situazione dei tempi che stiamo attraversando e, in particolar modo, alla nostra realtà locale, auspicando che lo spirito della sinodalità possa guidare coloro che hanno responsabilità politiche e sociali.
Non poteva mancare il riferimento alla grave crisi energetica che interessa, in modo più incisivo, le famiglie con un reddito più basso e che dovranno confrontarsi con il costo esorbitante delle bollette. A tal proposito è stata interessante l’idea di «costituire un fondo energetico là dove lo Stato non riesce ad arrivare» pur ricordando, però, che l’operato della pubblica autorità non si sostituisce alla responsabilità di ciascun cittadino.
La sinodalità non prevede deroghe ad un concetto molto semplice: solo se si resta uniti si possono affrontare, con maggior coraggio, le avversità della vita.
Un discorso che, partendo da spunti di riflessione cristiana, ha fornito interessanti indicazioni sulle quali ciascuno di noi, nell’ambito delle proprie possibilità e competenze, è chiamato a riflettere.

marco pepe

Qui di seguito il discorso integrale di don Nicola Colatorti

Piazza Sedile, lunedì 19 settembre 2022

“La festività odierna ci offre ancora motivo per ripensare la realtà di questa nostra città e porla nelle mani di San Nicola. L’occasione quest’anno ci viene suggerita da papa Francesco su una proposta che lui ha voluto fare a tutta la Chiesa: quella di un cammino sinodale, cioè di camminare insieme, di sentirci compagni di viaggio; un suggerimento che ha molto da dire ai cristiani. Questa proposta noi la allarghiamo all’intera società.

Per i cristiani camminare insieme significa riconoscersi segnati dal battesimo, partecipi di quella comunità che chiamiamo Chiesa. Capire che la Chiesa non è il luogo di occasionali utilità da cui attingere nel bisogno per poi ritirarsi nel rifugio privato: molti sono i cristiani anonimi, senza un volto, senza un’appartenenza, sciolti da ogni vincolo, che appaiono per qualche circostanza, forse anche religiosa, e poi perdersi nel nulla. Cari fratelli nella fede, riconoscete la vostra identità, sappiate tenervi uniti dalla stessa fede, sentitevi Chiesa! La Chiesa soffre della lontananza dei suoi figli e soffre doppiamente là dove di questa lontananza se ne sente colpevole. Riscopriamo i nostri vincoli in quell’unità nutrita di carità, capace di guardare chi ci è accanto, ma ancor più chi ci è dietro o si è smarrito, provato da povertà fisiche e morali che significano tensioni famigliari, precarietà lavorativa, solitudine, malattie, che compromettono un cammino unitario a motivo della loro situazione e forse per nostra noncuranza: non si può essere assidui nelle celebrazioni religiose ed essere sordi ai lamenti che ci giungono dalla porta accanto.

Ma vogliamo allargare gli orizzonti ad una sinodalità sociale che ci faccia vivere il senso della appartenenza: sapere di camminare insieme, convinti che il bene di ognuno è il benessere di tutti. Questo è possibile in un tessuto armonico dove ciascuno per la sua parte, nell’esercizio del proprio ruolo, si pone alla ricerca del bene comune.

Nello spirito di questa sinodalità il primo compito spetta a coloro su cui grava l’impegno di guidare le sorti della nostra città, perché non si fermino ad una pur giusta, ma ordinaria amministrazione nei limiti di un servizio funzionale, ma diano grinta al loro operare, attenti a quella parte della popolazione che per molti versi ristagna ai margini del vissuto cittadino, ci riferiamo a quelle povertà emergenti che con l’evolversi delle situazioni si accrescono e prendono un volto sempre nuovo: c’è chi è in cerca di una casa, vittima di sfratto esecutivo, senza via di soluzione, perché purtroppo trova altre case vuote, ma non disponibili; c’è chi, particolarmente oggi, è alle prese con la situazione energetica a motivo di bollette non risolvibili: a tal proposito con tutta umiltà suggeriamo che sarebbe auspicabile costituire un fondo energetico là dove anche lo Stato non riesce ad arrivare. Ma auspichiamo che si abbia un occhio vigile su situazioni che si prospettano nell’immediato futuro, che già entrano in un piano operativo e che richiedono accorgimenti mirati già al presente: pensiamo a quella trasformazione industriale che si va delineando nel settore automobilistico nel passaggio dall’endotermico all’elettrico, che andrà a compromettere sensibilmente la manodopera. Sappiamo quanta dipendenza ha Modugno in questo settore. E’ dunque una situazione – ci permettiamo di suggerire – che merita di proporsi al Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), per prevenire disagi successivi.

Ma va ricordato a tutti che l’operato della pubblica autorità non si sostituisce alla responsabilità di ciascun cittadino. La sinodalità a cui facciamo riferimento non ammette deleghe: o si procede uniti o si affonda. I limiti della pubblica autorità devono portare ognuno ad un cammino virtuoso, libero da egoismo o disimpegno, facendosi carico di quella sussidiarietà capace di guardare più in profondità in quegli angoli oscuri dove solo l’occhio attento di ciascuno può arrivare.

Sono questi i desideri che auspichiamo e che quest’oggi affidiamo a San Nicola. A lui non chiediamo la soluzione dei nostri problemi, ma piuttosto che tocchi il nostro cuore ad una sincera sinodalità per poterli risolvere”.

La devozione popolare verso san Rocco e san Nicola da Tolentino.

Uno degli appuntamenti più attesi della nostra città è certamente quello di fine settembre, – quest’anno anticipato per ragioni elettorali – quando si celebra la festa dei santi Patroni, san Rocco da Montpellier e san Nicola da Tolentino. Nella circostanza, fede e tradizione danno vita ad un evento che unisce tutta la nostra comunità.

L’inizio del culto di san Rocco, a Modugno, non è documentato da fonti dirette; quello che certamente è riconducibile a san Rocco, però, è la costruzione della chiesa di san Sebastiano (ora dedicata all’Assunta) avvenuta durante la peste del 1535. Sappiamo infatti che il culto di san Sebastiano era sempre stato associato a quello di san Rocco perché, entrambi, furono invocati durante la pestilenza. La presenza della chiesetta intitolata a san Sebastiano costituisce, quindi, una prima testimonianza, sia pure indiretta, dell’avvio del culto di san Rocco nella nostra città, grazie anche al contributo, offerto in tal senso, dai frati cappuccini che si insediarono nel loro convento all’inizio del Seicento. Per risalire alle notizie riguardanti l’adozione di san Rocco, quale «protettore» della città di Modugno, bisogna far riferimento a due importanti documenti: alla Cronaca sulla peste del 1656 di Vitangelo Maffei, che lo associa a san Pietro Martire e san Nicola da Tolentino, e dalla Cronaca sui fatti del 1799 di Giambattista Saliani che lo associa, invece, soltanto a san Nicola da Tolentino.

Per quanto riguarda quest’ultimo, invece, i contorni della vicenda sono meno nebulosi grazie ad una documentazione che chiarisce ogni aspetto legato alla «scelta del protettore», avvenuta nel 1749. La documentazione a supporto è stata reperita presso l’Archivio Diocesano di Bari e costituisce anche la prova della partecipazione del popolo riguardo alla devozione verso i Santi, nel chiedere il loro patrocinio. Con delibera del 15 maggio 1749, l’Università di Modugno proclama san Nicola da Tolentino patrono principale della Città.
Dalle notizie storiche risulta che a Modugno la festa patronale di san Nicola da Tolentino si è celebrata il 10 di settembre, sino al 1860. Con l’Unità d’Italia i rapporti tesi tra lo Stato e la Chiesa ebbero ripercussioni anche nei confronti dei Comuni e pertanto anche la cerimonia della «consegna delle chiavi» fu osteggiata.

La situazione cambiò dopo i Patti Lateranensi del 1929. A Modugno fu la «Confraternita di san Nicola» a riprendere, dopo il 1860, i festeggiamenti per il principale patrono che si tennero, per diversi anni, nel mese di ottobre in forma molto rimaneggiata.

Nel 1952 don Nicola Milano, nominato arciprete di Modugno nel 1946, unificò i festeggiamenti di san Rocco e san Nicola fissandoli, rispettivamente, nell’ultima domenica di settembre e al lunedì successivo, promuovendo quindi la tradizionale cerimonia della citata «consegna delle chiavi» nell’ambito della festa di san Nicola.


 

Le fonti storiche sono state reperite dalle seguenti pubblicazioni:

«San Rocco e San Nicola da Tolentino patroni della città di Modugno», a cura del prof. Raffaele Macina, Edizioni Nuovi Orientamenti, luglio 2018;

«La scelta del protettore di Modugno», supplemento al n. 3, 1982 della rivista «Nuovi Orientamenti» (con il patrocinio del Comitato Feste Patronali), a cura del mons. Michele Ruccia.

Per eventuali approfondimenti entrambe le pubblicazioni sono reperibili attraverso i link di seguito indicati.

[2018] San Rocco e San Nicola da Tolentino
[1982] La scelta del protettore di Modugno [1749]

17 settembre 1493

Giovanni Maleno di Rossano, capitano di Modugno

Essendo vacante il posto di capitano a Modugno, il governatore del Ducato di Bari sollecita Ludovico il Moro ad una tempestiva decisione. Poco dopo viene nominato capitano di Modugno messer Giovanni Maleno di Rossano.

16 settembre 1848

Muore a Modugno Domenico Martino

Muore a Modugno Domenico Martino, che era stato gravemente ferito dall’esercito borbonico nell’assedio di Messina durante insurrezione siciliana che si ebbe all’inizio di quell’anno. Il Martino faceva parte del I Battaglione Cacciatori dell’esercito borbonico.

10 settembre 1943

I reparti delle forze alleate si stanziano nel bosco di Modugno

Arrivano a Modugno diversi reparti alleati, soprattutto inglesi e americani, che si stanziano nel bosco. Durante la loro permanenza si registrano nella città episodi di violenza e di abuso sulle donne, soprattutto ad opera di soldati americani.

10 settembre 1854

La festa patronale di san Nicola da Tolentino non si celebra per un’epidemia di colera

La festa patronale di san Nicola da Tolentino, che dal 1657 si teneva in tale giorno, non si celebra perché Modugno è colpita da un’epidemia di colera. La somma di 34 ducati deliberata per i festeggiamenti dal Consiglio Comunale viene destinata da quest’ultimo in favore dei poveri della città.

10 settembre 1657

San Nicola da Tolentino proclamato patrono della città di Modugno

Il Comune di Modugno, tramite regolare atto compilato dal notaio Francesco Scippa, dichiara patrono della città san Nicola da Tolentino dal quale i Modugnesi si ritengono salvati dalla peste dell’anno precedente. Il culto di san Nicola da Tolentino era stato introdotto a Modugno dagli Agostiniani.

9 settembre 1464

Decreto di assegnazione del ducato di Bari a Sforza Maria

Ferdinando I d’Aragona, re di Napoli, firma il decreto di assegnazione del ducato di Bari, con terre annesse di Modugno e Palo del Colle a Sforza Maria, promesso sposo di sua figlia Eleonora.

7 settembre 1806

L’orologio sulla torre in Piazza Sedile

Il Consiglio decurionale di Modugno delibera, finalmente, l’acquisto e la sistemazione di un nuovo orologio pubblico da collocare sulla torre del Sedile. Il provvedimento viene salutato con entusiasmo dalla povera gente, poiché da molto tempo la città era priva «del comodo dell’orologio».

6 settembre 1943

Gruppi corazzati tedeschi ripartono da Modugno

Gruppi corazzati tedeschi ripartono da Modugno con i loro carri armati. Erano giunti il 2 settembre nella città, accampandosi nella villa comunale con l’intento di puntare su Bari per contrastare gli anglo-americani. L’evolversi della situazione, però, sconsiglia ai tedeschi di affrontare direttamente gli Alleati, per cui essi si ritirano per riorganizzarsi più a nord, nella provincia di Foggia.

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