La festa di Maria Santissima di Balsignano fra arte, storia e cultura
Anno XL N.168 Giugno 2018
Serafino Corriero
Domenica 13 maggio 2018, seconda domenica del mese mariano; a Balsignano, presso il parco storico del vecchio casale medievale ora splendidamente restaurato, si celebra la seconda edizione della Festa di Maria SS.ma di Balsignano, promossa e organizzata dalla rivista «Nuovi Orientamenti», con la collaborazione della Parrocchia S. Agostino, del Comitato Feste Patronali di Modugno e del Centro di Studi Normanno Svevo dell’Università di Bari, e con il patrocinio del Comune di Modugno e della Presidenza del Consiglio Regionale della Puglia.
Il programma è abbastanza ricco e articolato; visite guidate e celebrazione della Messa durante la mattinata, rievocazioni storiche e attività di armi e di lavoro medievali per tutto il pomeriggio e la serata. Tra i momenti più significativi, l’intervento del Vescovo della Diocesi di Bari Bitonto mons. Francesco Cacucci, che ha celebrato il rito religioso, la relazione del prof. Pasquale Cordasco, direttore del Centro Studi Normanno Svevi, sull’assedio di Balsignano del 1349, la rappresentazione della cerimonia di investitura a cavaliere, e la rievocazione storica dell’assalto al castello operato nel 1349 dalle milizie fìlo-angioine nel corso della guerra di successione al Regno di Napoli ad opera dell’Associazione «Historia» di Bari e dei «Cavalieri de li Terre Tarentine».
Il tutto, all’interno di una cornice colorata di molto Medioevo; banchi di lavoro (ceramista, osbergaio, artigiano dell’osso e arcalo), rastrelliere con armi e accessori, attendamento militare, giochi da tavolo dell’epoca, dimostrazioni di addestramento al combattimento, degustazione di dolci e liquori dell’Evo di mezzo.
Insomma, ce n’era per tutti i gusti; gli amanti dell’archeologia e dell’arte, incantati davanti alle architetture e agli affreschi; i cultori e i curiosi di storia attenti a seguire la relazione del docente universitario; i fedeli devoti concentrati nella celebrazione del rito religioso e nella rievocazione del «miracoloso» ritrovamento di una effigie della Madonna durante una lontana alluvione; gli appassionati di cose antiche vaganti tra armi corazze scacchiere e dolciumi; e i bambini e i ragazzi in particolare spettatori entusiasti e divertiti di una assedio in piena regola con tanto di soldati in avanzamento a ranghi serrati scambi di minacce e invettive tra assalitori e assediati lanci di grosse pietre e di olio bollente (in realtà fagotti di cenci e secchiate di acqua fresca) dagli spalti del castello.
Ma ricordiamo anche i momenti più «ufficiali»: al mattino le parole di mons. Cacucci sul valore del «miracolo» come segno della presenza benefica di Dio nella vita quotidiana degli uomini ma anche l’impegno e la convinzione delle giovani guide (studenti di vario ordine e grado dalla scuola media all’Università) futuri custodi e cultori delio storico sito; nel pomeriggio gli interventi delle istituzioni civili e culturali.
Il prof. Raffaele Macina, direttore della rivista e associazione “Nuovi Orientamenti” curatore instancabile della manifestazione, ha espresso il proponimento che nelle prossime edizioni della festa siano rievocati di volta in volta a Balsignano alcuni tra i più significativi momenti della storia e della cultura medievali della Puglia, Lo stesso prof. Macina ha quindi ricordato la figura e l’opera del prof. Raffaele Licinio scomparso di recente eminente studioso di storia medievale e appassionato cultore e promotore del nostro casale.
Il Sindaco di Modugno, Nicola Magrone, ha ripercorso brevemente le tappe principali del lungo iter burocratico che ha condotto infine al recupero e al restauro del sito ma ha anche annunciato nuovi interventi di tutela e valorizzazione del luogo (servizio di pulizia e vigilanza area di parcheggio imminente acquisizione al Comune di Modugno dell’attiguo villaggio neolitico del V millennio a.C.).
ll prof. Pasquale Cordasco ha illustrato gli avvenimenti del 1349-50 così come riportati con scrupolosa precisione nel suo «Chronicon de rebus in Apulia gestis » (Cronaca dei fatti condotti in Puglia) del notaio Domenico da Gravina che di quegli avvenimenti fu testimone oculare e protagonista egli stesso: un narratore «interno» dunque ed anche abbastanza obiettivo a giudizio del professore nonostante la sua militanza nella fazione fìlo-ungherese di Luigi I d’Ungheria avversa alla fazione fìlo-angioina di Giovanna nipote ed erede del defunto re di Napoli Roberto d’Angiò.
In particolare si racconta nel Chronicon che nell’agosto del 1349, durante una marcia di trasferimento da Bitonto a Loseto i soldati filo-ungheresi in procinto di attaccare i nemici filo-angioini nella piana di Bitritto a causa del forte caldo (propter calorem intensum) si fermarono a Balsignano a cercare ristoro per sé e per i loro cavalli e che, dopo la battaglia (vinta) di Bitritto, avendo inutilmente tentato di conquistare Bari, si allontanarono all’inizio di settembre verso Bitonto e Corato, sguarnito, dunque, il territorio, i Baresi, capeggiati dall’arcivescovo Bartolomeo Carafa, attaccarono il casale di Ceglie e lo devastarono completamente; e la stessa cosa fecero al casale di Balsignano (et similiter fecerunt casali Balsignani).
In realtà, precisa l’autore, il castello di Balsignano, che era allora abbastanza forte (quod semiforte tunc erat), lo acquistarono con blande parole di tradimento (verbis blandis proditoriis) e lo affidarono alla custodia di Giovanni figlio di Mazziotto da Carbonara; questi si preoccupò di fortificare il castello» nel quale pose suo fratello abate Guglielmo e con lui dieci ladruncoli, che spesso guerreggiavano insieme agli abitati di Palo contro quelli di Bitetto e di Bitonto.
I Baresi poi, portarono prigionieri a Bari i capitani del casale di Balsignano Simonello e Jacone Angelo e moltissimi altri, e dopo pochi giorni «ordinarono di tagliare la mano a Simonello e ad un altro di nome Antonio», così il notaio Domenico da Gravina» per cui il prof. Cordasco conclude osservando che Balsignano appare in realtà un «protagonista passivo» di tutta questa vicenda, tanto che la notizia della devastazione sua e degli altri casali coinvolti » riportata ai filo- ungheresi che assediavano Corato» venne accolta da questi con provvisorio rammarico e disinvolta rassegnazione» tanto che continuarono a tenere l’assedio a Corato» poiché, visto che ormai quei casali erano stati devastati, il loro soccorso era inutile, (quia vanus erat succursus eorum casalibus dissipatis).
In conclusione una bella giornata di fede, di scienza e di storia, in un luogo, il parco di mandorli e ulivi, ben curato e molto accogliente. Ma, soprattutto, una giornata di incontro e di condivisione tra gente di varia età, provenienza» ceto e cultura, portata forse a ritrovarsi e riconoscersi in una specie di nuova comunità non strettamente modugnese e niente affatto elitaria» una specie di «nuova comunità balsignanese» dotata di sensibilità culturale, di coscienza civile, di educazione ambientale; un esempio di quanto l’arte» la cultura, ed anche la devozione popolare, possano rendere migliori la nostra vita e la nostra società.
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