Una festa popolare in un luogo incantevole

Anno XXIX N.128,129 Agosto 2007
Delia Grassi, Rossana Ficcanterri

Da quasi trenta anni a Modugno si pubblica la rivista “Nuovi Orientamenti” e, da allora, il suo direttore Raffaele Macina (Lillino per gli amici) coltivava un sogno: organizzare, tra le altre cose, la “Notte di San Giovanni” nel Casale di Balsignano.
Era gennaio quando, quasi per caso, ci ritrovammo a parlarne. Il suo entusiasmo era immutato ma, ancora una volta, la sfiducia stava prendendo il sopravvento, pensando che sarebbe rimasto da solo a coltivare la sua idea. Ci confrontammo, e la nostra determinazione a realizzare questo progetto lo convinse.
Tra i nostri obiettivi c’era quello di far conoscere ai Modugnesi, e non solo, una realtà storica ed architettonica considerata tra le più importanti dell’Italia meridionale; e quale occasione migliore, quindi, se non una festa popolare? A molti è capitato, girando per l’Italia, di visitare siti archeologici, castelli, masserie fortificate che, in altre parti, vengono valorizzati e fruiti; perché quindi non farlo anche qui da noi? Stava così nascendo il piccolo gruppo che avrebbe provato a realizzare questa idea.
Ci siamo rese conto fin dall’inizio che non sarebbe stata un’impresa facile, anche perché si trattava della nostra prima esperienza, ma questa consapevolezza, anziché scoraggiarci, ci ha ulteriormente stimolate. Non sono mancati tuttavia momenti di ansia e di perplessità; più volte ci siamo chieste; Ce la faremo? E se la gente non venisse? E poi, c’è anche in contemporanea il concerto di Mietta…
I primi contatti li abbiamo presi con l’Assessore alla Cultura Michele Trentadue e, avuto il benestare del Comune, ci siamo attivate, sempre sotto la supervisione di Lillino. Sono iniziate le prime telefonate, gli incontri, la ricerca di notizie storiche e gastronomiche, nel pieno rispetto del luogo che avrebbe ospitato questo evento: volevamo che fosse una festa medievale. Abbiamo allora pensato di preparare una legumata servita in pagnotte, di utilizzare bicchieri di terracotta e stoviglie di legno, di illuminare il castello, la chiesa di S. Felice e il viale d’accesso con fiaccole e torce, senza far mancare, naturalmente, il vino e …le chelumme. Ci sono voluti molti giorni di serio impegno, che però ci hanno anche stimolate e divertite, fino alla mattina del 23, quando tutto era pronto …o quasi.
E poi, è arrivata la sera, con l’ansia e la frenesia degli ultimi ritocchi. Ma intanto cominciavano ad arrivare le prime persone, quasi incredule e incantate dalla suggestione delle fiaccole tremolanti e delle luci che illuminavano le mura del castello. A quel punto, è iniziata la festa, e tutto il luogo ha preso vita e colore tra musiche, canti, balli, costumi e …fumo di arrosto e profumo di legumi.
Grande merito per il supporto organizzativo e scenografico va dato al gruppo “Historia” guidato da Stefano Latorre che, con i suoi accampamenti, i mercatini, le armature, le pietanze medievali, e soprattutto con la rievocazione storica della cerimonia di investitura di un cavaliere e del combattimento tra soldati cristiani e saraceni, ha reso ancora più suggestiva l’atmosfera della serata. Anche la musica del gruppo “Omphalos” è stata coinvolgente, così come le danze della conturbante Betty Lusito. Altro evento importante è stato il recital di poesie ispirate a Balsignano del poeta e scrittore Vito Ventrella. A divertire i bambini, poi. ci hanno pensato Giolillo, Sobbrillo e Fusilla, i giocolieri di strada che li hanno coinvolti in giochi e scherzi divertenti.
Ma la sorpresa più grande, e la più commovente, è stata la presenza e la partecipazione di tanta, tanta gente, che ha mostrato non solo di apprezzare l’iniziativa, ma anche di coglierne il senso storico e culturale.
Certo, non è mancato qualche inconveniente, o qualche difetto organizzativo, ma la nostra soddisfazione e la nostra gioia sono state grandi, anche per la consapevolezza di aver saputo cogliere nei Modugnesi una diffusa esigenza di nuove forme di divertimento e di partecipazione.
Grazie di cuore a tutti: al Sindaco, all’Amministrazione Comunale, ai Vigili Urbani, a Vito Liberio della “Masseria del Barone”, che ci ha fornito (gratis) i tavoli, i fornelli, le pentole e i legumi, ed anche alle persone a noi più vicine che ci hanno sostenuto: generi, figli, mariti e compagni. Ma grazie soprattutto a Raffaele Macina, che ha avuto fiducia in noi e che ci ha dato questa opportunità di metterci alla prova. La mattina seguente, sul nostro cellulare è arrivato un messaggio: “Dopo ieri sera, niente sarà più come prima a Balsignano. Grazie. Lillino” (da Balsignano).

E BALSIGNANO CI HA DATO LA SENSAZIONE DI TROVARCI NELLA STORIA
Bolzano, 10 luglio 2007

Sono parecchi anni ormai che le nostre vacanze estive le passiamo in Puglia, terra ricca di storia e di bellezze naturali. Durante i nostri soggiorni, mia moglie organizza sempre alcune giornate dedicate a visite culturali, e quest’anno, tra le altre mete, c’era anche Balsignano.
Siamo arrivati sul posto verso le 10.30 del 23 giugno. Trovammo il cancello aperto ed alcune persone che stavano lavorando per preparare, ci fu detto, la festa di San Giovanni. 11 sito era ufficialmente chiuso ma, non appena seppero che venivamo da Bolzano, un signore ci fece entrare e ci presentò il prof. Raffaele Macina il quale, con grande cortesia, ci accompagnò in una visita guidata del casale. È stata una bella esperienza. La chiesa di San Felice, le mura possenti del casale, i resti del castello ed il luogo in generale, ci hanno trasmesso la sensazione di trovarci nella storia. È bello sapere che ci sono persone che dedicano il loro tempo alla valorizzazione di ciò che dai secoli scorsi è arrivato fino a noi, ed è auspicabile che nulla vada più perduto e che a ciò che è rimasto sia dato il giusto risalto. Un grazie ancora per la gentilezza che ci è stata riservata e per quello che abbiamo potuto vedere e capire di Balsignano e del suo casale.
Unica nota stonata è non aver potuto partecipare alla festa di San Giovanni. Peccato! Ma l’anno prossimo…
Cordiali saluti a tutti, e, speriamo, a presto.

Manuela, Gabriele ed Enzo Bedin