Anno XXIV N. 103 Aprile 2002 
Rossella Romita

Il Santo Vescovo

COLLOCAZIONE: Chiesa di S. Maria di Costantinopoli, navata settentrionale, parete sinistra. OGGETTO: dipinto. 
SOGGETTO: Santo Vescovo.
CRONOLOGIA: seconda metà del XIV secolo.
AUTORE: anonimo frescante meridionale.
MATERIA E TECNICA: affresco.
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto.
RESTAURI: A cura della Soprintendenza ai Beni AA. AA. AA e SS. della Puglia, 1999-2000. Innanzitutto si è provveduto al consolidamento e fissaggio dell’intonaco dipinto al supporto murario. La vasta lacuna nella parte mediana è stata uniformata al supporto dalla tinta neutra di fondo.
DESCRIZIONE: Il Santo, raffigurato stante nell’atto di benedire alla greca, reca i simboli della dignità vescovile, ossia la mitra e il pastorale. Sulla lunga tunica bianca indossa una casula azzurra ricamata a motivi geometrici rossi e con un motivo a reticolo su fondo bruno allo scollo; le spalle sono cinte dal consueto pallium crocesignato

La figura, riquadrata dalla doppia cornice, rossa all’esterno e bianca all’interno, che la lega alla “S. Lucia”, è delineata sul fondo color ocra; al capo fa da sfondo una specchiatura di colore contrastante, in questo caso rosso, sulla quale spicca l’aureola perlinata.
Nessuna iscrizione né alcun particolare iconografico appaiono utili all’identificazione del Santo raffigurato in età giovanile.

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Questo dipinto presenta i medesimi caratteri stilistici della “S. Lucia”. La dolcezza del volto dal roseo incarnato, l’eleganza della figura, la raffinatezza decorativa del pastorale, ispirato a modelli dell’oreficeria gotica, sono elementi che confermano il legame dell’affresco con il momento culturale caratterizzato dal revival martiniano, di cui si è già detto a proposito dell’affresco di S. Lucia (v. Nuovi Orientamenti, N. 101 – novembre 2001, p. 26).
Di chiara discendenza avignonese è, per esempio, rinfittirsi degli ornati sulle vesti e sui paramenti, quale vediamo nel “Santo Vescovo” della chiesa di Balsignano. Tale caratteristica è riscontrabile, in area barese, anche in un altro affresco di elevata qualità stilistica, un “Papa Urbano V” nella cripta di S. Croce in Andria1, datato post-1370: l’ampio mantello indossato dal pontefice presenta, lungo la scollatura, lo stesso motivo a reticolo della casula dell’ignoto Vescovo dell’affresco modugnese.
Accanto a maniere ormai gotiche resiste, però, un elemento tipico della produzione pittorica di tradizione bizantina: l’atteggiamento iconico nel quale sono rappresentati i due Santi del dittico (S. Lucia e il Santo Vescovo, ndr), testimonia del bilinguismo che ha caratterizzato a lungo la pittura pugliese.

Il Santo ignoto

COLLOCAZIONE: Cortile del castello, parete meridionale della navata della chiesa più antica; intradosso del terzo arco cieco.
OGGETTO: dipinto.
SOGGETTO: Santo ignoto.
CRONOLOGIA: XII-XIII secolo. AUTORE: anonimo frescante meridionale.
MATERIA E TECNICA: affresco. STATO DI CONSERVAZIONE: cattivo.
RESTAURI: Il frammento d’affresco non è stato oggetto dell’ultima campagna di restauri (1999-2000), effettuati dalla Soprintendenza ai Beni AA. AA. AA. e SS. della Puglia. È comunque visibile, lungo i margini del frammento, uno strato di malta di contenimento, relativo ad un precedente intervento di restauro.
DESCRIZIONE: Il frammento si riferisce solo al volto di un Santo ignoto, con nimbo dorato, appena distinguibile, e barba bruna. Al di sopra del capo del santo, due fasce di colore rosso e ocra, forse parte della bordura che incorniciava la figura.

 

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

L’affresco, data la sua collocazione, è quel che rimane della decorazione dell’edifìcio cultuale ipotizzato quale nucleo più antico della chiesa di S. Maria di Costantinopoli: la struttura muraria ad archi, ove si trova l’affresco, avrebbe costituito il lato sud della navata dell’antica chiesa, mentre il vano absidato ne sarebbe stato la zona presbiteriale.

L’estrema frammentarietà del dipinto non ne consente la chiara lettura dei caratteri stilistici.

Nonostante ciò, alcuni elementi-la forma arrotondata degli occhi, l’effetto chiaroscurale ottenuto con pennellate di colore diluito, l’aspetto smunto, accentuato dai tratti rosso-bruni della barba — consentono di accostare l’affresco alla produzione pittorica pugliese del XII-XIII secolo, caratterizzata da una predominanza di caratteri della pittura bizantina.