Anno V, N. 4 Luglio,Agosto 1983
Prof. Raffaele Macina
Il convegno su Balsignano, organizzato dalla nostra rivista in gennaio, forse, incomincia a dare i suoi primi risultati sia pure a distanza di sette mesi. Infatti una lettera del sindaco, Angelantonio Corriero, inviata all’avv. G. Lacalamita, proprietario del fondo su cui insiste il Casale di Balsignano, mette ben in evidenza tre concetti chiave del convegno: Balsignano riveste un ruolo storico-archeologico di eccezionale rilievo all’interno della Puglia e dell’intera Italia meridionale; la tutela e la conservazione del Casale sono due precipui interessi di tutta la collettività; è necessario che il comune di Modugno acquisisca al suo patrimonio i resti di Balsignano per ottenere finanziamenti regionali e nazionali.
Questa lettera, che pubblichiamo nel riquadro qui accanto, ha una importanza indiscutibile e dovrà costituire un punto fermo in tutta l’azione che si dovrà svolgere per la soluzione del “problema Balsignano”. La sua importanza è ulteriormente rafforzata dal fatto che è stata redatta in assenza di una qualsiasi stimolazione politica di partiti e di gruppi consigliari, sia di quelli di maggioranza sia di quelli di minoranza. E questa una nota negativa che, d’altra parte, è il segno più emergente di una certa paralisi politica che sembra coinvolgere in forme diverse tutte le sezioni locali dei partiti. In altri tempi, certamente, ci sarebbero state prese di posizione su un convegno che, forse unico nella storia di Modugno, ha visto la partecipazione di più di mille persone, l’interesse e la divulgazione da parte di reti televisive nazionali e locali e di quotidiani.
Invece, dopo il convegno nessun partito o gruppo consigliare, nonostante le nostre continue sollecitazioni, ha ritenuto di dover presentare un ordine del giorno in consiglio comunale o comunque di intraprendere una iniziativa su Balsignano. E questo avviene quando la problematica culturale è stata messa al centro addirittura del dibattito congressuale di alcuni importanti partiti.
A suscitare e a mantenere vivo l’interesse per Balsignano, pertanto, siamo rimasti, in questo periodo, solo noi di «Nuovi Orientamenti»; naturalmente ciò ci ha esposti anche a facili e superficiali critiche che, per lo più, miravano a mettere in discussione la centralità di Balsignano, da noi volutamente attribuita ad alcuni numeri.
A queste critiche rispondiamo ribadendo e ripetendo che Balsignano è l’unico esempio di Casale medievale presente in Italia meridionale, i cui resti sono ancora ben evidenti e possono essere oggetto di restauro; ciò basta a dare un eccezionale risalto sulla nostra rivi sta e a ritornare sull’argomento, anche a rischio di ripeterci, perché su questa grande testimonianza storico archeologica ci sia l’interesse di strati sempre più ampi della popolazione e si intraprendano le necessarie azioni politiche.
Un primo risultato, come dicevamo, l’abbiamo ottenuto con questa lettera del sindaco che non è poca cosa, in quanto in essa è manifestata la volontà dell’amministrazione comunale di entrare comunque in possesso di Balsignano, anche – se necessario – con eventuali “procedure espropriative’’. E questa una posizione chiara, il cui merito, in mancanza di azione politica di partiti e gruppi consigliari, va ascritto in generale all’amministrazione comunale e in particolare al suo responsabile, il sindaco Angelantonio Corriero,
Noi ci auguriamo che dopo questa lettera le forze politiche locali prendano seriamente in considerazione “il problema Balsignano” e si impegnino realmente per la sua soluzione, altrimenti si rischierebbe – e questo è già accaduto per il 1982 e per il 1983 – di non ottenere alcun finanziamento, per cui i 17 miliardi, previsti per la Puglia per gli itinerari turistico-culturali, andrebbe ro a finire altrove e per il recupero di testimonianze che non hanno certamente l’importanza e la peculiarità di Balsignano. Oltretutto la promozione di un intenso dibattito po litico su Balsignano avrebbe il merito di rendere chiare e di dominio pubblico le proposte di soluzione e di restauro.
In questi mesi sono circolate diverse voci: disponibilità della Regione a stanziare una congrua somma per l’acquisizione del suolo; limitazione dell’intervento al solo perimetro delle due chiese (S. Pietro e S. Maria di Costantinopoli); coinvolgimento del proprietario.
Noi pensiamo, e d’altra parte il convegno si espresse chiaramente, che l’intervento di recupero non può fermarsi al solo perimetro delle chiese, ma deve interessare innanzitutto anche il castello e una vasta area circostante che, a giudizio di molti studiosi (sull’argomento abbiamo ricevuto delle importanti pubblicazioni del Prof. A. Venditti dell’Università di Napoli), riveste un eccezionale valore archeologico.
È impensabile, d’altra parte, che il comune entri in possesso solo delle due chiese, mentre il castello, eventualmente restaurato col denaro pubblico, resti nelle ma ni del privato; così come è impensabile che siano fatte concessioni che potrebbero deturpare l’equilibrio archi- tettonico e storico del Casale.
Riteniamo che si debba dialogare fino in fondo e con chiarezza con i proprietari e che questi debbano essere coinvolti, ma il recupero di Balsignano deve realizzarsi nell’interesse storico-culturale che può essere difeso sol tanto con l’assunzione di responsabiltà da parte degli enti pubblici. D ’altra parte sarebbe assurdo che lo sta to spendesse decine di miliardi per interessi non collettivi.
E, come fu detto nel convegno, il primo passo, il più importante da compiere, è quello dell’acquisizione al patrimonio pubblico dell’intero territorio su cui insiste il Casale di Balsignano. Le premesse positive, a tale proposito, ci sono: c’è la possibilità di ottenere finanziamenti regionali previsti dagli itinerari turistico- culturali; c’è la disponibilità, dichiarata verbalmente in sede di convegno, certamente ancora da concretizzare in forme e modalità precise, da parte del proprietario; c’è la volontà dell’amministrazione comunale; c’è, infine, l’interesse e la partecipazione della gente.
L’amministrazione comunale, quindi, vada avanti e faccia seguire a questa sua importante lettera azioni più incisive che, comunque, portino al risultato prioritario di acquisire al patrimonio comunale il Casale di Balsignano, perché senza di ciò non è possibile intervenire realmente e ottenere i finanziamenti regionali e nazionali. A tale proposito è bene che tutti sappiano che Balsignano non ha ottenuto per il 1982 e 1983 alcun finanziamento dalla commissione regionale alla cultura, nonostante il comune ne avesse fatto richiesta, perchè esso non è, appunto, di proprietà comunale.
Noi cercheremo ancora di svolgere il nostro ruolo e ci proponiamo per il prossimo autunno di organizzare un incontro al quale partecipino le amministrazioni comunali di Modugno e di Bitritto (paese certamente interessato al problema), l’assessore regionale alla cultura, la Provincia, la Soprintendenza ai beni monumentali architettonici, il proprietario di Balsignano; tale incontro, però, dovrà essere soltanto operativo e soprattutto dovrà risolvere i principali nodi che ancora oggi paralizzano l’intera questione.
Ai partiti e alle forze politiche rivolgiamo un caldo invito a prendere seriamente in considerazione il “problema di Balsignano” e ad agire senza steccati pregiudiziali, ma in modo unitario, perché questo primo passo dell’amministrazione comunale sia rafforzato e seguito da altri.
Lettera a firma del Sindaco, prof. Angelantonio Corriero
N. 14847 di Protocollo
Egregio Avvocato,
il problema del recupero “Balsignano", che con “S. MARIA DI COSTANTINOPOLI” e “CASTELLO”, rappresenta un insieme inscindibile di eccezionale valore storico, sta subendo una battuta di arresto a causa del mancato titolo patrimoniale di questo comune. I recenti dibattiti e convegni tenuti sul comprensorio e gli interventi pubblicati sulla rivista culturale “Nuovi Orientamenti", oltre che i numerosi articoli di stimolo e propositivi apparsi sulla Gazzetta del Mezzogiorno, hanno fatto di Modugno una dimora storica nel senso che i beni storico- ambientali rappresentano un patrimonio comune in quanto testimoniano la vita e la civiltà di Modugno in un processo evolutivo degli uomini del passato.
Ne consegue, allora, che la responsabilità della tutela e conservazione di Balsignano e i suoi ruderi è non solo della civica amministrazione ma di tutti i cittadini. L’Amministrazione ha mosso tutti i passi possibili presso la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici e l'Assessorato Regionale alla Cultura, approntando la documentazione del caso, purtroppo il finanziamento non può realizzarsi perché questa Amministrazione non può dimostrare la proprietà del rudere di “Balsignano".
D ’altronde, Lei ben sa che, appunto per la finalità di Istituto dei predetti Enti, non può essere concesso contributo statale per immobili di proprietà privata il cui valore storico-ambientale non può essere messo a beneficio culturale della collettività. Pertanto, mi richiamo ai nostri contatti verbali sull’argomento e, più specificatamente, sulla possibilità di acquisizione del comprensorio da parte di questa Amministrazione comunale per conoscere le Sue reali intenzioni con viva raccomandazione di un benevole vaglio della situazione, onde evitare eventuali procedure espropriative che potrebbero essere messe in atto.
In attesa di cortesi Sue notizie, Le porgo distinti saluti.
IL SINDACO
(Prof. Angelantonio Corriero)
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