Ieri pomeriggio ho ricevuto la visita di un caro amico, anche lui impegnato nella ricerca storica, soprattutto sul medioevo. Naturale, quindi, che la conversazione abbia toccato Balsignano, gli ultimi lavori di recupero e di restauro, che, sostanzialmente, sono stati ultimati da più di un anno. “Facciamo una capatina?”, mi ha chiesto. Gli ho subito risposto che il casale è chiuso e non si può visitare. Lui, però, ha insistito: “Potremo sempre fare un giro intorno alle mura medievali!”.
Già, le mura, soprattutto quella parte di esse che è ancora integra, che costituiscono in Italia un raro esempio di delimitazione di un casale fortificato medievale. Ad un ospite non si può dire di no, per cui, sia pure con una certa riluttanza da parte mia, ci siamo messi in macchina e siamo arrivati al casale.
Giunti sul posto, siamo stati accolti da un bel po’ di immondizia (foto 1), frutto di una inciviltà imperante in questa città fra frange dei suoi abitanti, non disposti a rispettare neppure un luogo, direi sacro, come Balsignano.
Il cancello d’ingresso era, naturalmente, chiuso (foto 2)
e su di esso un cartello indicava che i lavori sono stati realizzati soprattutto con fondi europei (un milione e 500mila euro circa) sulla base di un progetto approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale nel 2010; lo stesso cartello riportava una bella frase; “Investiamo nel vostro futuro” (foto 3).
La sorpresa maggiore, però, l’abbiamo avuta quando ci siamo trovati ai piedi di quella parte integra delle mura medievali, quella a sud, che, peraltro, è possibile ammirare nella foto sovrastante del 2009, che costituisce da anni la testata di questa pagina: erbacce secche che lambiscono le mura (foto 4);
fichi d’India, cresciuti oltre misura (foto 5),
che porgono al visitatore i loro frutti; erbe pericolose che spuntano dalle pietre ad ogni altezza delle mura; qua e là bottiglie di birra e altro ancora; ai piedi della parete esterna dell’abside della Chiesa di Santa Maria mucchi di pietre e terriccio ed erbacce (foto 6).
Situazione identica sul lato settentrionale con erbe che spuntano dalle pietre delle mura e delle due torrette (foto 7),
che, con le loro radici, fanno opera continua di disconnessione.
E, ritornando alla parte integra delle mura, è assai stridente il contrasto della metà del viale pulito e curato dai privati per entrare nei loro fondi e l’altra metà, la cui cura è affidata al Comune (foto 8).
Peccato, ha detto il mio amico! E sì, ho aggiunto io, è un grande peccato!
Spero che questo mio post serva a sollecitare un intervento urgente. Il ricordo dell’incendio del giugno del 2001, che partì proprio dalle erbacce secche delle mura e che fu spento da un pugno di volontari e dal sindaco appena eletto in quell’anno, è ancora presente davanti ai miei occhi. Oltretutto, non si dimentichi che il recupero di Balsignano ha impegnato complessivamente sino ad ora circa 3 milioni di euro!
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