È un vero peccato che sia stata completamente ignorata la rete costruita in tanti anni intorno all’antico casale
SU BALSIGNANO NON PUÒ DECIDERE ESCLUSIVAMENTE UN ASSESSORE O UN ADDETTO AL PALAZZO”. PAROLA DELL’ON. MAGRONE!
Un bene culturale come Balsignano, circondato da un villaggio neolitico (sul quale è sceso il silenzio assoluto), da un villaggio dell’età del bronzo tutto da studiare, da specchie, da lame e da altre numerose emergenze storico-architettoniche, ha bisogno di una programmazione e di una cura di lunga durata; la logica e l’opera di una Amministrazione comunale, invece, dispongono di un periodo breve, soli 5 anni, che, talvolta, per il solo Sindaco diventano 10. Sarebbe sufficiente questa semplice constatazione di buon senso per ritenere che sia una mera illusione pensare che un casale come Balsignano possa avere un futuro con la sola cura delle istituzioni. Era, questo, un pensiero fermo dello stesso Magrone, che, intervistato 23 anni fa da chi scrive sulla «necessità di incominciare a pensare già da allora su che cosa fare di Balsignano», così dichiarava a Nuovi Orientamenti (N. 76/1995, p. 9):
«Certo, [...], ma questo è un problema che deve essere affrontato da tutti e tutti devono essere chiamati a dare il loro contributo perché Balsignano possa avere un futuro. E da evitare che il destino di Balsignano sia deciso esclusivamente nel chiuso di uffici comunali da assessori e addetti al Palazzo. Anzi, se noi lasciamo l’elaborazione di un progetto di destinazione e di uso di Balsignano all’ordine burocratico o all’organo assessori- le individuale, è meglio che ci fermiamo qui e lasciamo il tutto nelle mani del proprietario».
Allora, però, Magrone era “solo” un deputato della Repubblica, mentre ora è Sindaco di Modugno e, di certo, avrà avuto i suoi buoni motivi per cambiare idea, visto che nei suoi tre anni abbondanti di permanenza a Palazzo Santa Croce, nessuno «è stato chiamato a dare il suo contributo perché Balsignano possa avere un futuro». Noi, convinti da sempre della assoluta necessità di coinvolgere tutti, abbiamo costruito nel tempo intorno al casale una vera e propria rete, che ha registrato la partecipazione e l’interesse di tanti enti: scuole, associazioni, Università, centri di ricerca, laureandi e dottorandi, medievisti e studiosi vari. E un vero peccato che questa rete sia stata totalmente ignorata negli ultimi 4 anni, a partire cioè dal momento in cui, come scriveva SudCritica in un suo articolo del maggio 2014, per «uno strano gioco del tempo è toccato a Nicola Magrone riprendere nelle mani, come Sindaco, per conto del Comune di Modugno, quel simbolo della storia del paese che è il complesso fortificato di Balsignano».
E, naturalmente, quella rete non è stata neppure coinvolta nella inaugurazione del 26 novembre, riservata, come recita un laconico comunicato di copertura del Comune, “ai soli rappresentanti delle istituzioni”. Ma altrettanto naturale è stato che numerosi rappresentanti di quegli enti ed associazioni che hanno animato per tanti anni la “rete Balsignano”, insieme a tante altre persone, abbiano espresso e continuino ad esprimere la loro contrarietà per una inaugurazione riservata ai soli “rappresentanti delle istituzioni”, esprimendo solidarietà a Nuovi Orientamenti e, in particolare, a chi scrive. Qui di seguito proponiamo per i lettori quanto abbiamo già pubblicato sul nostro sito il 3 dicembre scorso sull’argomento.
Voglio ringraziare tutti coloro che, in occasione dell’inaugurazione di Balsignano, svoltasi il 26 novembre scorso, hanno voluto ricordare il mio impegno per il recupero del nostro casale medievale sia su Facebook sia, ancora più numerosi, in privato. Ringrazio, in particolare, quanti, non essendo neppure modugnesi, non possono certamente essere tacciati di partigianeria politica; e tra questi, ancora più in particolare, voglio ringraziare il prof. Raffaele Licinio, già ordinario di Storia Medievale all’Università di Bari e direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi, che sin dal 1979 ha voluto collaborare con noi nell’opera di conoscenza e di valorizzazione di Balsignano e che per ben due volte, nel 2006 e nel 2008, ha voluto inserire il nostro casale medievale all’interno dei programmi di studio delle Giornate Normanno-Sveve, ponendolo così all’attenzione di medievisti giunti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Senza voler peccare di falsa modestia, poiché sono ben consapevole di aver dedicato per quasi 40 anni una buona parte dei miei studi e del mio lavoro al ‘nostro” casale, voglio dire subito che l’impegno di “‘Nuovi Orientamenti” è stato un impegno di squadra, avendo coinvolto molti soggetti, ciascuno dotato di competenze, e di compiti, specifici. Da questo punto di vista, posso dire di aver avuto il grande privilegio di coordinare un gruppo di persone generose, impegnate con gratuità e passione su tutto ciò che di volta in volta si andava programmando intorno a quel sito: dalla pulizia materiale degli spazi interni della Chiesa di San Felice e della Chiesa di Santa Maria, per difenderli soprattutto dall’azione corrosiva del guano dei colombi, al taglio meccanico delle erbe spontanee, fino alla estirpazione manuale delle erbacce che crescevano negli interstizi delle pietre; e, su un altro piano, dalla ricerca storica delle fonti di studio al reperimento di storie e leggende ancora presenti nella cultura popolare; dalla cura dei rapporti con le istituzioni scientifiche e politico-amministrative alla organizzazione di convegni ed eventi culturali su questo monumento storico, architettonico ed artistico dotato di un così grande fascino.
Ma, ritornando alla “inaugurazione” di Balsignano, dico subito che le cose sono andate nel modo in cui io mi aspettavo che andassero, prevedendo, cioè, che nessuno di noi sarebbe stato invitato; d’altra parte, per quanto mi riguarda personalmente, anche se fossi stato invitato a dire quattro parole, io non avrei partecipato alla cerimonia a causa della mia attuale condizione esistenziale, ma anche perché non mi sarei trovato a mio agio fra gli autorevoli rappresentanti delle istituzioni modugnesi. Ma non è questa la cosa più importante. Per tutti noi il problema vero, che ci amareggia fortemente, è che nessuno di noi è mai stato interpellato su Balsignano negli ultimi quattro anni, che, salvo la parentesi commissariale, hanno registrato per due volte l’insediamento dello stesso Sindaco. Mai ci è stato chiesto se, impegnati da quasi 40 anni su questo tema, noi di “Nuovi Orientamenti” avessimo una qualche idea intorno alla fruizione e alla gestione del sito restaurato. Eppure, è noto che abbiamo elaborato da tempo le linee essenziali di un progetto inteso a questo scopo; linee essenziali, che hanno avuto giudizi assai lusinghieri dal prof. Cosimo Damiano Fonseca, autorevole medievista e accademico dei Lincei, in una delle “Giornate di studio normanno-sveve” del 2006, svoltasi a Modugno, e dal prof. Franco Cardini, altrettanto autorevole medievista, in occasione delle “Giornate di studio normanno-sveve”, che si tennero nel 2008 a Barletta.
Insomma, oggi che si celebra la felice conclusione di un lungo e faticoso lavoro di studio, di ricerca, di conoscenza, di sensibilizzazione, di progettazione e di restauro di un gioiello del patrimonio storico-artistico del nostro territorio, noi, che ce ne siamo quasi esclusivamente occupati, siamo stati del tutto ignorati e direi addirittura umiliati. Ma, in realtà, non ci importa molto neppure questo. Quello che ci interessa molto, invece, è il rischio che di Balsignano sia espropriata l’intera comunità modugnese, quella che in tutti questi anni ha riconosciuto in quel sito un tratto fondamentale della sua identità storica e culturale, e che intorno ad esso ha prodotto tante iniziative e accumulato tante competenze, arrivando a costruire una rete organizzativa molto ampia, che vedeva impegnate insieme associazioni culturali, istituzioni scolastiche, centri di studio e di ricerca.
Quindi, pur non nascondendo la nostra amarezza, dobbiamo dire che non siamo stupiti per il trattamento che ci è stato riservato, anche perché noi di “Nuovi Orientamenti” siamo abituati ad essere ignorati da quelli del Palazzo. Non è la prima volta, infatti, che fanno finta di non vederci: già in passato siamo stati spesso ignorati dai Sindaci in carica in occasione di particolari ricorrenze storiche della città, per cui l’attuale Amministrazione, in spirito di continuità, non ha fatto altro che perpetuare, legittimamente, un atteggiamento già manifestato da altre Amministrazioni prima di lei. Per questo, nel corso degli anni abbiamo sviluppato un nostro modo di intendere e praticare il rapporto col Palazzo, che in verità ci rende anche più liberi: se una Amministrazione ritiene che quello che noi facciamo possa in qualche modo essere utile alla sua programmazione, noi siamo contenti ed onorati dell’attenzione; se, invece, essa ritiene che il nostro contributo non sia per niente utile, o che sia addirittura spiacevole, noi continuiamo ad impegnarci secondo i nostri canoni e, parafrasando Ugo Grozio, il fondatore del giusnaturalismo moderno, continuiamo ad agire “etsi ei non darentur” (come se quelli non esistessero).
Naturalmente, noi continueremo ad occuparci di Balsignano, e, come stiamo già facendo dal 4 dicembre, siamo disponibili ad assicurare la conduzione di visite guidate: sarà sufficiente mettersi in contatto con noi, per poi incontrarci con i gruppi che vorranno davanti al cancello del casale, per visitare insieme l’intero sito, nei giorni in cui esso sarà aperto.
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