Modesta proposta per un turismo sostenibile, considerando che l’antico casale è da secoli indipendente
Anno XXXIV N. 156 Dicembre 2013
«Lettere al direttore»
Carlo Monteschi
Caro direttore,
il tempo gradevole della passata estate ha concesso di goderci al meglio i luoghi della nostra Puglia, anche perché si vive in una regione che ormai fa tendenza dal punto di vista turistico e che vede impegnati tutti, ma proprio tutti – dagli amministratori a vario livello alle Pro Loco , dalle scuole alle associazioni di vario genere, dalle riviste cartacee e on line alle tavole rotonde locali – a “valorizzare i beni del territorio”, che “sono la nostra ricchezza” ed un “volano di sviluppo dell’economia locale”.
E così ho potuto ammirare, fra l’altro, i nostri monumenti più famosi nei cui dintorni stazionavano o si affacciavano folle amebiche con pizzette, panzerotti, focacce, panini, patatine e bibite; assaporare l’odore di fritto e di cucina che promanava da ristoranti e pizzerie all’aperto verso piazze, stradine e porticcioli; godermi piccole balconate panoramiche sul mare occupate da tavolini e banchi frigo; guardare gli slalom fra tavolini, ombrelloni e gazebo di quanti passeggiavano per uno dei tanti lungomare o centri storici; vedere amene spiagge e campagne salentine usate per i rave party. Ho anche cercato di viaggiare nella storia e nella civiltà del nostro territorio attraverso innumerevoli “eventi “e sagre, anche le più improbabili.
Ho visto poco, però, l’ammirazione e la voglia di conoscenza per le cattedrali, i castelli e le chiese, il piacere e la curiosità nel passeggiare per le corti e le stradine dei centri storici, la ricerca di quella piacevole sensazione di profondità e benessere che offre il mare, il meditare sulla nostra civiltà mentre si va per campagne, masserie e muretti a secco. Ho visto poco, insomma, apprezzare i monumenti e i luoghi per quello che sono.
Caro direttore, ho quindi dedotto che, fuori da Balsignano, i “beni culturali e ambientali come ricchezza” sarebbero questo: trasformare tutto in una gigantesca “location” dove consumare e basta. E in questa logica, allora, allargando il discorso, che ben venti città italiane si sono candidate a capitale europea della cultura 2019? Ognuna di queste città ha organizzato eventi e manifestazioni di supporto alla candidatura – qualcuna anche dal risvolto tragicomico, come nel caso di Perugia e Assisi, dove si è rotta, mentre veniva smontata per essere esposta ad una mostra per giunta discutibile, un’opera in gesso del Canova – cioè ha utilizzato fondi pubblici e sponsorizzazioni per ottenere futuri finanziamenti (se va bene). Ma con quale progettualità? Spendere quei finanziamenti per opere che altrimenti non si potrebbero realizzare? Attrarre masse di turisti cui spillare quanti più soldi possibile? Organizzare mostre ed eventi pacchiani?
Di recente, la “rosa” delle città è stata ufficialmente ridotta a sei. Tutte le sei città candidate (come anche quelle escluse) hanno una storia e una cultura antiche… è questo il punto: antiche. Non c’è il presente. Il presente delle nostre città (anche le più illustri, anche le più antiche) porta i segni orribili della mal gestita crescita urbanistica e demografica dei decenni passati. Non si è mai pensato ad una crescita armonica e rispettosa del passato. Sicuramente le sei città ufficialmente candidate organizzeranno nuovi “eventi” e “manifestazioni culturali” al fine di ottenere l’ambito titolo e gli altrettanto ambiti finanziamenti. Ma oltre non si andrà. Come ben sa, caro direttore, Balsignano mantiene la sua indipendenza da secoli, non fa parte dell’Unione Europea, ma geograficamente e storicamente è pienamente in Europa. Ebbene, viste le altre candidature, visto che qui a Balsignano abbiamo saputo conservare egregiamente il nostro passato (dal neolitico a tutta l’età moderna) e manteniamo un invidiabile e armonico equilibrio territoriale, avanzo una modesta proposta: Balsignano capitale europea della cultura 2019!
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Caro Monteschi, condivido la sua proposta, tanto più che per il 2014 si prevede che i lavori di restauro e gli interventi di varia natura su Balsignano siano ultimati. Certo, bisognerà capire cosa ne vorranno fare. C’è da augurarsi che vorranno consultare te e quanti si sono sempre impegnati perché l’antico casale potesse “conservare egregiamente il nostro passato”. (R. M.)