Il progetto di recupero fa del casale medievale il punto unificante
di un grande parco extraurbano
Anno XXXII N. 145 Dicembre 2010
Lello Nuzzi
A circa tre chilometri da Modugno, sulla provinciale per Bitritto, sorge il casale medievale di Balsignano, rara e preziosa testimonianza di quei villaggi che, in Terra di Bari, tra il X e XI secolo si trasformarono in centri fortificati. Posto tra due lame, in posizione dominante, alla confluenza di lame torrenziali, attualmente risulta delimitato da una parte consistente delle mura perimetrali con aperture a feritoia, in precarie condizioni, che proteggevano il vecchio centro abitato, oggi compieta- mente scomparso. È possibile però vedere e visitare gli edifici più rappresentativi come il castello, le chiese di S. Felice e S. Maria di Balsignano (e non di Costantinopoli, come si evince da recenti studi). Il casale fu distrutto una prima volta da una scorreria saracena nel 988; subito ricostruito, fu donato nel 1092, dal duca normanno Ruggero all’abbazia benedettina di S. Lorenzo di Aversa. Fu nuovamente devastato e distrutto nel XVI secolo dalle truppe francesi e spagnole, che si contendevano l’egemonia nell’Italia meridionale.
Il complesso di Balsignano ha successivamente vissuto un lungo periodo di incuria a cui il disinteresse generale lo aveva condannato.
Sicuramente tale situazione avrà avuto come causa principale il progressivo e continuo abbandono dell’attività rurale, col conseguente inurbamento, che ha comportato il crescente inutilizzo del complesso. Ciò ha reso la manutenzione delle costruzioni inutile e troppo onerosa per i relativi proprietari che si sono avvicendati negli anni provocando, di conseguenza, il pessimo stato di conservazione delle strutture. A questo vanno poi aggiunti i vari atti di vandalismo e di depredazione. Di certo, i nostri lettori ricorderanno gli innumerevoli articoli e iniziative che la nostra rivista ha rivolto all’annoso problema del recupero del casale fortificato di Balsignano, nel tentativo di sensibilizzare soprattutto i politici e quanti avrebbero potuto recitare un ruolo nella risoluzione del problema. Va comunque detto che l’eccezionale importanza del complesso ha portato negli ultimi venti anni la Soprintendenza per i beni Architettonici e per il paesaggio delle province di Bari, BAT e Foggia, ad attuare, anche se con importi limitati, una costante azione di restauro, con interventi finanziati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
È solo da dieci anni a questa parte che il Comune, anche e soprattutto per la continua stimolazione della nostra rivista, ha intrapreso finalmente con maggiore decisione e determinazione quelle iniziative che potranno consentire a Balsignano di diventare una vera risorsa per il territorio con un restauro e quindi un recupero globale delle strutture esistenti per una totale fruibilità dei luoghi. Questo percorso ha avuto un inizio ben preciso con l’acquisizione al demanio comunale dell’intero complesso nell’anno 2000. Ciò ha permesso di ottenere finanziamenti pubblici più cospicui. A questo ha fatto seguito un maggiore impegno da parte dell’Amministrazione comunale nel reperire risorse finanziarie per attuare un intervento di restauro globale al Casale.
GLI INTERVENTI DELLA SOPRINTENDENZA
Gli interventi eseguiti dalla Soprintendenza hanno interessato, di volta in volta, una o più strutture e quasi sempre, almeno fino ad ora, hanno avuto carattere di urgenza per salvaguardare una chiesa da un irrimediabile degrado o ricostruire e mettere in sicurezza parti cadenti del castello.
Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono stati gli interventi realizzati e in che cosa sono consistiti:
1989: fu eseguito un pronto intervento per il consolidamento strutturale della chiesa di S. Felice, per un importo di 50 milioni;
1991 : i lavori consistettero in interventi di restauro e di scavo nella chiesa di S. Felice e nell’area esterna, oltre che di consolidamento e di rifacimento delle coperture della chiesa di S. Maria con scavi e saggi all’interno e nelle adiacenze esterne della chiesa. Fu anche eseguito un paziente lavoro di restauro di un tratto di muro. L’importo di spesa per tali lavori, di 280 milioni, fu finanziato dall’Agensud nell’ambito del programma “Itinerari turistico-culturali nel Mezzogiorno”.
Dal saggio impiantato nell’area esterna antistante la navata destra, in corrispondenza della serie di archetti affrescati, emersero alcune strutture murarie che confermerebbero l’ipotesi dell’esistenza di un edificio di culto più antico.
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1998: fu avviato il recupero del castello che versava in condizioni così disastrose da costituire, per i numerosi crolli, un reale pericolo alla sicurezza. Non di minore gravità il rischio di perdere altre importanti porzioni del monumento. I lavori consistettero in opere di puntellamento e di consolidamento dei muri mediante iniezioni di idonee miscele.
- 2002: proseguimento delle opere di consolidamento del castello sempre per scongiurare il pericolo di ulteriori crolli. Fu predisposto un ponteggio esterno che ha avuto la funzione anche di presidio delle murature pericolanti. Una volta messa in sicurezza la struttura, sono state rimosse le macerie interne e il materiale di crollo, che è stato vagliato e selezionato per eventuale reimpiego.
- 2004: sempre con finanziamento della Soprintendenza, si è provveduto al consolidamento delle strutture murarie risparmiate dal crollo, limitando le ricostruzioni a quelle porzioni più degradate. “L’idea guida per l’ipotesi di ricostruzione è stata quella di lasciare le strutture murarie nella condizione pressoché uguale a quella generatasi dopo il crollo, ricostruendo il parametro esterno della muratura del prospetto sud, solo per la parte strettamente necessaria del piano terra, e lasciando tutte le altre porzioni invariate, opportunamente consolidate, con ciò ottenendo un risultato di area archeologica al coperto. Infatti, sia per rendere fruibile il bene, recuperando gli originari spazi, sia per salvaguardarne la conservazione, si è ritenuto necessario prevedere la realizzazione di solai di copertura per i due livelli della torre ovest e nel vano intermedio tra le due torri ed il tamponamento del prospetto sud”.
Contemporaneamente, con finanziamento comunale, si è intervenuti nuovamente sulla chiesa di Santa Maria, sia con indagini archeologiche che con la revisione delle superfìci lapidee esterne, delle coperture, dei pluviali, degli infìssi. Considerati i dislivelli esistenti tra i vari ambienti e l’esterno, sono state realizzate delle passerelle di collegamento in legno e metallo.
GLI INTERVENTI DEL COMUNE
Le iniziative intraprese dall’Amministrazione comunale, al fine di reperire risorse finanziarie per attuare un intervento globale di restauro e valorizzazione di Balsignano, hanno avuto la seguente scansione temporale:
2001: adesione al progetto PIS – n.12 – Itinerario Normanno Svevo Angioino.
2000-2006: Polo di Bari-Taranto. È stato proposto l’intervento di restauro del complesso per un importo complessivo di € 774.685,34, di cui € 258.228,45 a carico del Comune.
Considerata la peculiarità degli interventi e l’alto grado di professionalità richiesta, il Comune ha affidato alla Soprintendenza la progettazione definitiva, la direzione dei lavori, la contabilità e il collaudo. Questa ha affidato l’incarico all’arch. Emilia Pellegrino, fun- zionaria della stessa Soprintendenza.
2009: al fine di reperire nuovi fondi, il Comune ha partecipato al “Programma Stralcio Area Vasta – Fondi P.O. FESR 2007-2013, Asse IV, Linea di intervento 4.2”, presentando una scheda con l’intervento generale di “Realizzazione del Parco di Balsignano”, che racchiude e valorizza le varie componenti del sito e cioè quella archeologica, naturalistica, architettonica e paesaggistica.
Con delibera della Giunta Regionale n. 2686 del 28 dicembre 2009, il Comune di Modugno è stato ammesso al finanziamento dell’opera per un importo complessivo di € 1.450.000, con una quota di cofinanziamento a carico del Comune di € 340.000.
La somma sopra indicata è così ripartita tra le voci più importanti:
opere murarie e di restauro: € 680.801,51;
- restauro dipinti murali: € 91.978,16;
- impianti tecnologici: € 283.073,89;
- costi per l’attuazione dei piani di sicurezza: € 90.172,99;
- musealizzazione, pannelli didattici, materiale bi bliografico e divulgativo: € 90.000,00.
LA FILOSOFIA DEL PROGETTO
Questo progetto ha come responsabile unico del procedimento l’ing. Petraroli, mentre Parch. Dinoia è coordinatore per la sicurezza, entrambi dell’ufficio tecnico del Comune. Il coordinamento generale e la progettazione e direzione dei lavori sono stati affidati dalla Soprintendenza all’arch. Pellegrino. Le restauratrici sono V. Sorrentino e M.P. Zambrini.
L’Assessore ai Lavori Pubblici in carica è l’ing. Antonello Corriero.
L’idea guida che ha orientato la progettista “nell’intervento pilota del recupero del sito medievale di Balsignano, nella prospettiva a medio-lungo termine, è quella di realizzare un eco- museo territoriale del patrimonio diffuso metropolitano, che raccordi in una rete/circuito le campagne e le città, a partire da importanti capisaldi monumentali rurali”. Il territorio di Balsignano ha in sé elementi di notevole pregio architettonico, naturalistico e paesaggistico. La presenza anche di altre zone di grande interesse, come il villaggio neolitico e gli insediamenti rupestri, i trulli e i palmenti legati alla dimensione rupestre, la lama Lamasinata e il boschetto per la componente paesaggistica, tutto a pochissima distanza, può far diventare Balsignano il fulcro di un più ampio progetto di parco extraurbano, nel quale fare confluire le diverse valenze che il sito esprime. Quindi, il parco può diventare l’elemento unificante dei diversi aspetti di interesse (architettonico, archeologico, ambientale) che saranno posti in relazione attraverso una rete di percorsi (piste ciclabili, percorsi a cavallo, itinerari pedonali, ecc.) per fornire la massima fruibilità della zona. Tutto ciò potrà essere una valida occasione per stimolare l’iniziativa privata a operare in maniera sinergica coll’intervento pubblico. Ma, come sempre accade, bisognerà fare delle scelte, imposte dalle disponibilità economiche. La somma utilizzabile, pur rilevante, risulta inadeguata alla completa realizzazione del parco e quindi bisognerà focalizzare l’intervento su un lotto ben preciso, che possa essere portato a compimento e reso subito fruibile.
Verranno così restaurati i tre edifici (Chiesa di S. Felice, Chiesa di Santa Maria e il castello); quindi bisognerà realizzare quelle opere indispensabili a rendere funzionante il casale, come primo nucleo del parco, attraverso il consolidamento e il restauro dell’intero perimetro della cinta muraria, la sistemazione delle aree esterne racchiuse all’interno della cinta, e la costruzione di un piccolo locale destinato ad ospitare il servizio di accoglienza, i servizi igienici e le dotazioni tecnologiche.
L’organizzazione degli spazi esterni compresi tra la corte interna e la cerchia muraria di delimitazione del casale ha cercato di mediare tra l’esigenza di conservare il più possibile l’assetto agricolo attuale e, quindi, di non snaturare i luoghi così come oggi li vediamo, e quella di avere la massima fruibilità del sito, con una più agevole visione delle emergenze e un comodo sistema di percorsi, per collegare le varie costruzioni. Attualmente, quest’area è coperta prevalentemente da ulivi, piantati in filari stretti, per un maggior sfruttamento del terreno, dagli ultimi proprietari. L’idea che media queste due esigenze contrastanti è quella di espiantare un numero limitato di alberi, che insistono in luoghi strategici, e reimpiantarli in zone più diradate.
Il sentiero più panoramico correrà lungo il lato in temo delle mura, consentendo di percorrere l’intero perimetro. Se sarà possibile, dopo il consolidamento delle mura, saranno creati punti di osservazione sopraelevati, per consentire l’affaccio sulla lama. Per quanto riguarda i sentieri che uniranno le emergenze presenti all’interno della cinta muraria, la progettista ha pensato ad una consistenza in terra battuta, per non costringere eccessivamente il visitatore all’interno di angusti spazi, ma per invitarlo quasi a girare liberamente all’interno di tutta la superficie utile. Ovviamente, diversa la consistenza della viabilità tra l’ingresso del casale e la corte, al fine di permettere l’accesso ai mezzi della manutenzione o al trasporto di attrezzature, in caso di eventi. Nella progettazione sono state tenute presenti alcune osservazioni formulate dalla Lega Ambiente. Sono stati pertanto previsti dei percorsi che rendano più agevole la visita e sono state ampliate e rese più vivibili alcune aree a ridosso dei monumenti, per agevolare lo svolgimento di attività ludiche, spettacoli di giocolieri, tornei medioevali, fiere, ecc. Non è stato ritenuto opportuno, come suggerito dalla Lega Ambiente, l’impiego di pannelli fotovoltaici per il forte impatto sui monumenti. Però, per contenere i consumi, si provvederà a scegliere apparecchi illuminanti a risparmio energetico. Non è esclusa la possibilità, in fase di redazione del progetto esecutivo, di installare sui locali adibiti a servizi una guaina fotovoltaica, dopo averne valutate la fattibilità e la convenienza, vista la limitata superficie disponibile.
Sempre nell’intento di limitare l’impatto, sono stati concentrati in un unico blocco, posto all’ingresso, i servizi indispensabili alla funzionalità del Casale, come la biglietteria, il bookshop e i servizi igienici. Ovviamente sarà predisposta l’illuminazione di tutti i percorsi e gli spazi esterni, improntata, questa, alla massima sobrietà.
Per rendere meno facile lo scavalcamento del muro esterno, nel tratto sud-est, si è pensato di predisporre dalla parte interna del muro una barriera vegetale costituita da una rete metallica e da arbusti rampicanti tipici della flora mediterranea. I lavori previsti terranno ovviamente conto del reale stato delle costruzioni e degli interventi già operati precedentemente. Alla luce di quanto sopra descritto, i lavori saranno orientati a portare a compimento gli interventi precedenti, rendendo pienamente fruibili gli edifici. Si tratterà, quindi, di realizzare opere di finitura e di dotazioni impiantistiche.
A conclusione delle opere di restauro delle strutture architettoniche, si dovrà provvedere a rendere fruibile il complesso: si produrranno supporti didattici (pannelli esplicativi, cartelli, audioguide da installare in loco) e materiale da consultazione e divulgazione (pubblicazioni, pieghevoli, guida alla visita). Previsto anche il restauro completo degli affreschi e degli intonaci originali presenti nelle due chiese del casale. A noi non resta che augurarci che i lavori inizino presto e vengano portati a termine nei tempi previsti, per poter finalmente far rivivere il casale di Balsignano in maniera dignitosa e, nello stesso tempo, poter regalare ai cittadini modugnesi un parco medioevale immerso nel verde, illudendosi, almeno per la durata di una passeggiata o di una visita, di vivere in una città quasi normale che si occupa dei suoi beni ambientali e culturali. Ciò permetterà di ritrovare il piacere di camminare a contatto con la natura, immaginando momenti di vita quotidiana vissuti in un borgo medioevale alle porte di Modugno e dimenticando, per poco, la centrale, l’inceneritore e tutte le fonti d’inquinamento asfissianti, a cui un ineluttabile (?) destino sembra proprio che ci abbia condannati.