Reperti del villaggio neolitico di Modugno vengono studiati in Inghilterra e negli Stati Uniti

Anno XX N. 89 Dicembre 1998
Speciale Beni Culturali

Nell’estate del 1998, durante la quarta campagna di scavi nel villaggio neolitico, veniva alla luce – afferma la dott. ssa Francesca Radina, della Soprintendenza Archeologica – “una terza sepoltura perfettamente integra, in posizione fortemente rannicchiata e adagiata sul fianco sinistro” che, “asportata integralmente in blocco è attualmente in corso di scavo presso i laboratori della Soprintendenza e conferma l’eccezionale potenziale di dati che il sito di Balsignano può offrire per gli studi sulle fasi più antiche della neolitizzazione; dati che, anche per lo stato di conservazione, costituiscono un carattere preferenziale per farne un sito visitabile”.
Dopo quattro campagne di scavo, il quadro che si è delineato del villaggio neolitico di Balsignano è assai interessante: 10.000 reperti catalogati, attualmente depositati presso la Scuola Media D. Alighieri; 2 capanne scavate e analizzate; 3 sepolture individuate.
Intorno al villaggio neolitico ruotano, poi, diverse attività e ricerche: presso la Scuola Dante Alighieri i reperti sono oggetto di restauro e di studio; personale specializzato ha già eseguito il calco della seconda sepoltura, il plastico in scala ridotta della prima capanna e si appresta alla realizzazione del calco della terza sepoltura; l’Istituto di Antropologia della facoltà di Scienze Biologiche delPUniversità di Bari, tramite i professori Vito Scattarella e Sandro Sublimi, sta conducendo uno studio, ormai in fase avanzata, sulla seconda sepoltura; la prof, ssa Pierattini deH’Università di Napoli è impegnata in una analisi sistematica sugli intonaci delle capanne, sui quali ha eseguito dei prelievi che sono attualmente oggetto di studio presso un laboratorio delPUniversità di Londra per la misurazione del magnetismo residuo presente in essi che è fondamentale sia per la datazione sia per la ricostruzione originaria degli intonaci e quindi della capanna; da un centro specializzato di Miami (Florida) si attende la risposta per la datazione col metodo del carbonio 14 di alcuni frammenti della seconda sepoltura.
Come si nota, si tratta di una vera e propria rete di studi e di ricerche che sono nati intorno al villaggio neolitico di Modugno e che, una volta completati, certamente forniranno un quadro complesso ed articolato intorno all’antica frequentazione dell’uomo nel sito di Balsignano. Di qui la necessità di realizzare una mostra con la predisposizione di un catalogo scientifico e un seminario di studio sul villaggio neolitico e sulle ricerche ora in atto: iniziative, queste, alle quali il sindaco Franco Bonasia e l’assessore alla Cultura Stella Sanseverino hanno sempre dato il loro entusiastico assenso.
Ma sul villaggio neolitico è necessario che tutta la comunità modugnese si senta coinvolta e sappia impegnarsi con un progetto lungimirante che preveda: l’immediata acquisizione dell’area, idea peraltro condivisa dall’attuale amministrazione; la continuazione dei saggi di scavo che potrebbero ancora arricchire il già positivo quadro d’insieme; la progettazione di un P.O.P. finalizzato alla creazione di un parco archeologico che comprenda non solo il villaggio in questione, ma anche il Casale medievale di Balsignano (sul quale, ahimè, sembra essere caduto il più completo silenzio, mentre tanti passi concreti potrebbero essere fatti); la predisposizione di un locale, nel quale possano essere collocati sia i reperti sia i calchi e i plastici eseguiti, come primo avvio di un museo comunale sul neolitico.
Si tratta di un programma che trova il sostegno determinato della Soprintendenza Archeologica della Puglia, la quale, comunque, è intenzionata alla valorizzazione del villaggio neolitico di Modugno; un programma, peraltro, abbastanza realistico, la cui attuazione, semmai, ha certamente bisogno di una politica culturale che non si limiti alla improvvisazione e all’inseguimento delle tante e contradditorie proposte di “manifestazioni” provenienti da ogni angolo del mondo.
È auspicabile che le forze politiche e l’amministrazione comunale si impegnino con maggiore determinazione di quella sino ad ora manifestata, sul vero recupero dei beni culturali della città, dai quali potremmo ricevere tanti effetti benefici. È auspicabile anche e soprattutto che i cittadini esercitino su tale materia il loro discernimento.

GLI INTERVENTI SUL VILLAGGIO NEOLITICO

1991: il un fondo in località Balsignano vengono raccolti frammenti di vasi, selce e intonaci, affioranti in superficie dopo le arature, in una ispezione della dottssa Francesca Radina e del modugnese Vincenzo Ursi.

1993: prima campagna di scavo, con finanziamenti della Soprintendenza, che individua una capanna del neolitico antico.

Gennaio 1994: Nuovi Orientamenti promuove un convegno sul villaggio neolitico, al quale partecipa la dott. ssa Radina, che presenta i primi risultati della campagna di scavo.

1996: seconda campagna di scavo, con finanziamenti comunali, che riscopre e analizza la prima capanna; viene trovato un cranio che viene denominato “sepoltura N. 1”.

1997: terza campagna di scavi, finanziata dal Comune; viene individuata ima seconda capanna, la cui pavimentazione presenta due livelli di frequentazione nel tempo; verso la fine degli scavi viene alla luce una seconda sepoltura, con scheletro pressoché completo di un uomo vissuto fra la fine del VI e 1‘inizio del V millennio a.G:

1998: quarta campagna di scavo, finanziata dal Comune; viene riscavata la seconda capanna e scoperta una terza sepoltura che è oggetto attualmente di studio.