Anno XIII N. 4 Luglio, Agosto 1991
Raffaele Macina
I lavori ancora in corso a Balsignano sono certamente i più importanti sino ad oggi eseguiti, soprattutto perché dopo la loro ultimazione si potrà porre finalmente il problema della utilizzazione delle strutture restaurate, con conseguente accesso al pubblico. L’intero intervento, ancora in atto, è stato promosso dalla Soprintendenza per i Beni Monumentali e Architettonici di Bari, che negli ultimi anni ha dedicato una più costante attenzione al complesso di Balsignano.
A dirigere i lavori per conto della Soprintendenza è l’architetto Emilia Pellegrino, alla quale ci rivolgiamo perché tracci un quadro dell’attuale stato dei lavori a Balsignano.
Bisogna premettere – afferma la Pellegrino – che l’intero intervento su Balsignano era previsto dal progetto degli itinerari turistico-culturali, che agli inizi degli anni Ottanta era di competenza della Cassa per il Mezzogiorno, la quale dopo la sua soppressione ha versato al Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali i finanziamenti previsti. La particolare vicenda della Cassa per il Mezzogiorno ha determinato delle lungaggini burocratiche ed amministrative, per cui la Soprintendenza ha potuto avviare concretamente i lavori solo quest’anno.
I finanziamenti previsti per Balsignano ammontano a 550 milioni, dei quali 210 sono destinati all’acquisto delle tre strutture architettoniche (Chiese di San Felice e di S. Maria di Costantinopoli, castello) e della porzione di terreno sul quale esse insistono, 280 per i lavori di restauro, mentre la somma rimanente sarà utilizzata per spese varie.
Comunque, indipendentemente da questi finanziamenti, la Soprintendenza, in seguito a vandalismi e furti verificatisi, realizzò già due anni fa alcuni lavori di pronto intervento sulla Chiesa di San Felice: fu restaurata la cupola e gli interni furono oggetto di scavi.
Col finanziamento di quest’anno abbiamo ripreso i lavori di consolidamento della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e delle strutture murarie che delimitavano l’antico casale. A Santa Maria di Costantinopoli abbiamo realizzato il restauro delle coperture e promosso degli scavi sia nella navata destra sia in quella sinistra. Sulle mura, limitatamente a quella parte di esse che va dalla chiesa di S. Maria di Costantinopoli alla strada, siamo intervenuti con un paziente lavoro di restauro, finalizzato a ripristinare il suo stato originario: sono venute alla luce delle feritoie che prime erano coperte dalla vegetazione. Per quanto riguarda gli scavi della Chiesa di San Felice bisogna aggiungere che c’è stato anche un intervento della Soprintendenza Archeologica che, per l’esiguità del finanziamento (20 milioni) non ha potuto interessare una vasta zona.
I lavori sino ad ora eseguiti, e particolarmente i saggi di scavo, hanno portato alla luce una documentazione abbastanza ricca: monete, anelli, tombe, pavimenti e muri che delimitavano ambienti. Questi elementi, di cui ora disponiamo, confermano l’importanza di Balsignano e possono favorire nuove ipotesi interpretative sulla sua storia?
Certamente Balsignano è un unicum, uno dei pochi esempi di villaggio medievale che ha conservato una grande ricchezza di strutture architettoniche, mentre in altri luoghi vi sono solo testimonianze archeologiche o resti di strutture.
Gli elementi acquisiti con i saggi di scavo hanno bisogno di maggior approfondimento, soprattutto da parte degli archeologi, ma già da ora alcuni di essi rivestono una indubbia importanza. Ad esempio, a ridosso della Chiesa di San Felice sono affiorate le fondamenta di strutture ecclesiastiche o conventuali e un’abside di una altra chiesa più antica; nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli gli scavi hanno riportato alla luce affreschi, una nicchia e diverse tombe, mettendo in evidenza come i due corpi della Chiesa siano di epoche diverse e siano il risultato di una serie di stratificazioni.
Certamente Balsignano è un unicum, uno dei pochi esempi di villaggio medievale che ha conservato una grande ricchezza di strutture archi- tettoniche, mentre in altri luoghi vi sono solo testimonianze archeologiche o resti di strutture. Gli elementi acquisiti con i saggi di scavo hanno bisogno di maggior approfondimento, soprattutto da parte degli archeologi, ma già da ora alcuni di essi rivestono una indubbia importanza. Ad esempio, a ridosso della Chiesa di San Felice sono affiorate le fondamenta di strutture ecclesiastiche o conventuali e un’abside di una altra chiesa più antica; nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli gli scavi hanno riportato alla luce affreschi, una nicchia e diverse tombe, mettendo in evidenza come i due corpi della Chiesa siano di epoche diverse e siano il risultato di una serie di stratificazioni.
Dopo l’ultimazione dei lavori, il complesso di Balsignano potrà essere aperto al pubblico?
Noi contiamo fra settembre ed ottobre di ultimare i lavori, sia sistemando l’area interna ed esterna alla Chiesa di San Felice, sia completando gli scavi a Santa Maria di Costantinopoli. Riteniamo che subito dopo la Soprintendenza provvederà ad assicurare una forma di custodia e, pertanto, anche l’accesso al pubblico.
Lei ritiene che il Comune di Modugno possa avere qualche ruolo nella valorizzazione di Balsignano?
Certamente sì. Il Comune di Modugno con un’azione di largo respiro potrebbe interessarsi di tutta l’area circostante che ha un grande valore storico-archeologico. Il problema è che il Comune di Modugno non si è mai interessato seriamente di Balsignano.